01 luglio 2013

Un micobatterio causa della Sclerosi Multipla? «L'ipotesi è un vaccino»


Comprendere quale tipo di rapporto esiste tra Sclerosi multipla e altre malattie autoimmuni come il diabete di tipo 1 potrebbe far emergere il ruolo di un batterio nel meccanismo della patologia. A dirlo a Salute24 è Leonardo Sechi, professore di Microbiologia dell’Università di Sassari che ha appena pubblicato in collaborazione con la professoressa Maria Giovanna Marrosu e Eleonora Cocco dell'Università di Cagliari uno studio su PLoS One (finanziato dalla FISM e dalla Regione sardegna) che chiama in causa il Mycobacterium avium subspecies paratuberculosis (Map) tra le possibili cause della patologia del sistema nervoso. “Il meccanismo proposto nella Sclerosi è essenzialmente lo stesso di quello ipotizzato per il diabete con il coinvolgimento di altri antigeni del Map che hanno omologia con recettori e proteine coinvolte nell'equilibrio immunitario”, spiega Sechi.

Già nel 2002 i ricercatori dell’Università di Cagliari hanno pubblicato suLancet uno studio che indicava un aumento dei casi di diabete autoimmune in persone affette da Sclerosi multipla, suggerendo una “prossimità” tra le due malattie. In Sardegna si rilevano i più alti picchi di incidenza per le due malattie autoimmuni, oltre ad un’alta frequenza di casi di malattia di Crohn, patologia cronica a carico dell’intestino a cui è stata spesso associata la presenza del batterio della paratubercolosi. Un indizio di più a suo carico arriva dalla constatazione che nei pazienti sardi colpiti da diabete sono presenti “diversi polimorfismi genici che hanno come conseguenza - precisa Sechi - una maggiore suscettibilità alle infezioni sostenute da patogeni intracellulari, come i micobatteri”.

Il meccanismo è ancora in parte oscuro. “Ipotizziamo che si possa avere un mimetismo molecolare fra diversi antigeni del Map - continua l’esperto - e quelli delle cellule beta che producono insulina e di conseguenza l'innesco di una reazione autoimmune nelle persone geneticamente suscettibili”. L’infezione altrimenti innocua nelle persone geneticamente non suscettibili, chiama a raccolta le cellule immunitarie che finiscono per aggredire le cellule sane del pancreas piuttosto che quelle infettate dal batterio. I dati a disposizione dei ricercatori sardi dicono che il Map è associato al diabete mellito di tipo 1 con una positività di circa il 60% dei pazienti contro il circa 10 % nei controlli. 

Una cosa è sicura. Anche se la paratubercolosi non è considerata una zoonosi, gli allevatori di mucche sanno bene cosa comporta per l’animale: una enterite cronica con diarrea che debilita l'animale, causando scarsa produzione di latte, fino alla morte. Non a caso uno dei modi di limitare il danno economico è quello di separare i nuovi nati dalle madri “malate". Oggi non esiste un vaccino animale né un monitoraggio per i casi. E anche negli uomini si parte da zero, o quasi.

"Siamo ancora ad una fase preliminare. Le ricerche devono essere confermate su larga scala e in diversi centri dove magari è alta la presenza di paratubercolosi nel territorio - conclude Sechi -. Contemporaneamente gli antigeni riconosciuti dai pazienti con Sclerosi multipla potranno essere valutati prima in modelli animali e in un secondo tempo nell'uomo per la messa a punto di un possibile vaccino”.

di Cosimo Colasanto 

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