24 maggio 2012

Terremoto in Emilia: quasi 100 disabili nei centri d’accoglienza


A Finale sistemati in un’unica tendopoli, mentre a San Felice sul Panaro al piano terra delle scuole medie. Istituito un numero per segnalare i casi più gravi.
BOLOGNA – Il terremoto che domenica scorsa ha scosso l’Emilia ha colpito duramente anche le persone disabili. Si tratta di oltre «80 persone – dice Michele Camorati, responsabile della Sala operativa regionale dell’Emilia-Romagna della Croce Rossa – sparse un po’ in tutti i campi» del modenese e del ferrarese. A Finale Emilia (Modena), dove si trova la maggioranza delle persone disabili che non hanno potuto far ritorno nelle proprie case, sono state sistemate in un’unica tendopoli, mentre a San Felice sul Panaro hanno trovato ospitalità al piano terra del centro d’accoglienza allestito nelle scuole medie del paese.
PIU' ATTENZIONE ALLE FASCE DEBOLI - «Le persone disabili sono seguite da una trentina di operatori della Cri, più il personale socio-sanitario e volontario che si occupava abitualmente di loro prima del terremoto – continua Camorati –. Sono quelle che hanno ricevuto più attenzione dopo il sisma, in quanto si tratta di una fascia particolarmente debole e che va maggiormente protetta in queste situazioni. Abbiamo potenziato la nostra dotazione di 30 carrozzine, ma con l’evacuazione degli ospedali abbiamo parecchi ausili a disposizione». Anche se non manca chi contesta: «Qui a Sant'Agostino non sono preparati ad aiutare le persone disabili. Mio fratello lo è e ci hanno proposto di dormire nel Palareno, il palazzetto dello sport. Ma se c'è una scossa di terremoto come fa ad uscire?», commenta Rosina Pompili.

COORDINARE L’EMERGENZA - A gestire l’emergenza nei centri di accoglienza organizzati nei territori più colpiti dal sisma – Sant’Agostino e Bondeno (Ferrara), Moglie (Mantova), Finale Emilia, Cavezzo, Camposanto, Mirandola e San Possidonio (Modena) – sono soprattutto la Protezione civile, la Croce rossa italiana (con anche due pulmini per il trasporto disabili) e le Misericordie dell'Emilia-Romagna. Queste ultime si sono concentrate a Mirandola, dove stanno gestendo il centro di accoglienza ricavato nella scuola media e quelli attivati nei due asili (in totale 300 posti complessivi). La notte tra domenica e lunedì sono state ospitate in gran parte famiglie con bambini piccoli, anziani e disabili.
ASSISTENZA SOCIALE E ASL IN AZIONE - Ma anche l’Ordine degli assistenti sociali dell’Emilia Romagna si sta dando da fare: ha attivato un numero di telefono, 333-5647158, per raccogliere le segnalazioni dei casi più difficili. La priorità è quella di non perdere il contatto con gli utenti già seguiti dai servizi e, se possibile, dare una mano anche alle altre persone. Si possono segnalare soprattutto esigenze particolari, come ad esempio bambini che hanno bisogno di un latte specifico, persone con disabilità che necessitano di ausili, anziani e famiglie in situazioni di difficoltà. E si è mossa pure l'unità di crisi che coinvolge i dirigenti delle Aziende sanitarie di Modena e Ferrara. Sono stati attivati quattro punti medici avanzati nelle zone più colpite dal terremoto, mentre i servizi di Dipendenze patologiche e Salute mentale adulti di Mirandola sono operativi nella tensostruttura verde di fronte al centro servizi di via Smerieri.

Michela Trigari

La versione integrale di questo articolo è presente sul sito
http://www.corriere.it/

 A cura di Raimondo per Niente Barriere
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