22 febbraio 2012

Disabili: «No allo sterminio dei nostri diritti»

La protesta contro il possibile taglio di servizi essenziali per l’autonomia, come l’indennità di accompagnamento. Una delegazione ricevuta dal Presidente della Camera.

ROMA - Roberta Luciani di Roma: «Ho la sclerosi multipla a uno stadio avanzato. Fino a qualche anno fa ero abbastanza autonoma; ora, con l’aggravarsi della malattia e le crisi epilettiche, ho bisogno dell’aiuto della mia assistente per alzarmi dal letto, fare la doccia, cucinare, mettere il catetere. Cosa succederà se per l’indennità di accompagnamento e altri servizi si terrà conto del reddito Isee (Indicatore della situazione economica equivalente)?». Michele Lastilla di Bari: « Se qualcuno di noi è più “ricco” perché ha lavorato qualche anno, non avrà più diritto all’assistenza domiciliare, all’assegno di cura, all’assistente? I costi ricadranno ancora una volta sulla famiglia oppure i non vedenti, come me, ma anche tanti altri disabili saranno costretti a stare a casa, agli arresti domiciliari. Così ci tolgono non solo quel po’ di autonomia che abbiamo, ma anche la dignità».

DIGNITÀ CALPESTATA - Protestano contro lo «sterminio dei diritti dei disabili» i manifestanti arrivati stamattina a Roma in piazza Montecitorio, sfidando le barriere architettoniche, sulle loro carrozzine, coi bastoni bianchi, i cani guida, gli accompagnatori. Una manifestazione organizzata, grazie a un vero e proprio tam tam attraverso la rete, dal gruppo facebook «Disabili in lotta dalla delega all’azione» e dal movimento disabili «Rinnovamento Democratico».

DIRITTI NEGATI - «Non vogliamo privilegi, ma i nostri cari non sono un costo inutile – dice una delle organizzatrici Maria Pia Savarese, che ha una sorella disabile -. Per questo chiediamo che l’indennità di accompagnamento rimanga un diritto acquisito, legato alla minorazione e non al reddito e, inoltre, e che gli ausili per la mobilità, la comunicazione, l’autonomia, la vita indipendente prevedano la compartecipazione in base al reddito personale e non dell’intera famiglia, come purtroppo sta già avvenendo in alcuni Comuni. Se si cancellano diritti acquisiti – incalza Savarese - altro che vita autonoma e pari opportunità, come prevede anche la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificata anche dal nostro Paese».

LA MOBILITAZIONE CONTINUA - Stamattina a Roma c’era chi fisicamente poteva esserci. Ma protesta non si ferma. Oggi in tutta Italia le famiglie dei disabili e i cittadini con loro solidali hanno fatto lo “sciopero della spesa”, con una stringa al braccio: «Appoggio la lotta dei disabili contro lo sterminio dei loro diritti». Altri hanno inviato una lettera aperta al presidente del Consiglio Mario Monti e al ministro del Lavoro Elsa Fornero, come Cinzia Rossetti, 40 anni, con tetraparesi spastica: «Posso vivere o no? – chiede alle istituzioni - . A causa della mia patologia necessito di assistenza 24 ore al giorno e dipendo, a livello fisico, da una persona nelle attività quotidiane: alzarmi, lavarmi, vestirmi, mangiare, coricarmi, utilizzare i mezzi di trasporto. Da undici anni usufruisco del finanziamento per un progetto di vita indipendente, in base alla Legge n. 162/98, che mi permette di condurre una vita dignitosa e autonoma. Senza la presenza dell’assistente personale non potrei condurre la vita che svolgo: conosco i miei bisogni, posso organizzare la mia assistenza, prendere decisioni. Potrò continuare a farlo o dovrò andare in una comunità rinunciando alla vita?».

DELEGAZIONE DA FINI - In tarda mattinata il Presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, ha ricevuto una delegazione dei manifestanti, che gli ha consegnato simbolicamente la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Fini ha assicurato che informerà i Gruppi parlamentari sui motivi della protesta dei manifestanti.

Maria Giovanna Faiella

La versione integrale e originale di questo articolo è presente sul sito
http://www.corriere.it/salute/disabilita/

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