21 novembre 2011

I bambini dimenticati. Cinque milioni senza cure


Presentato ieri a Roma da Save the children il rapporto Accesso vietato. L’allarme della Ong in occasione del rilancio della campagna “Every One” per dire basta alla mortalità infantile.
Una intera fase della vita, quella in cui si è più indifesi e vulnerabili dal punto di vista della salute, senza mai vedere un medico. Una sorte tremenda che colpisce nel mondo 350 milioni di bambini. Tanti sono quelli che nel corso dei loro primi cinque anni non verranno mai visitati da un operatore sanitario, sia esso dottore, infermiere oppure operatore di comunità. La denuncia circostanziata emerge dal rapporto Accesso vietato - Perché la grave carenza degli operatori sanitari ostacola il diritto alla salute dei bambini, presentato ieri a Roma da Save the children in occasione del rilancio della campagna “Every One” per dire basta alla mortalità infantile. Ogni anno, sottolinea l’Ong, quasi otto milioni di persone muoiono prima di compiere i cinque anni.

Le responsabilità di questo eccidio ricadono derivano soprattutto da complicazioni post parto (21 per cento), polmonite (18), malaria (16) o diarrea (15), a cui si aggiunge l’impatto della malnutrizione, concausa di un terzo dei decessi infantili, e delle emergenze umanitarie. Secondo Save the children, dove ci sono pochi operatori sanitari un bambino rischia cinque volte di più di perdere la vita prima di aver compiuto cinque anni. Non meno drammatico è il quadro del fenomeno in generale. «Un miliardo di persone non vedono un operatore sanitario nel corso della loro vita», denuncia il presidente, Claudio Tesauro. Per questo servirebbero 3,5 milioni di operatori in più di quelli attualmente impegnati sul campo, incluse 350 mila ostetriche.

Se solo ci fossero queste ultime, osserva il numero uno della Ong, «1,3 milioni di neonati potrebbero essere salvati». Per assicurare un’assistenza sanitaria di base, si stima che occorrano 23 operatori sanitari ogni 10mila persone, ma 61 paesi, di cui solo 41 in Africa, sono al di sotto di questa soglia. La maglia nera per numero di operatori e per l’impatto che questi hanno sull’assistenza ai bambini va al Ciad e alla Somalia. Brillano invece Svizzera, Finlandia, Irlanda e Norvegia. In Somalia ci sono 1,5 operatori ogni 10mila persone, in Norvegia 188 (uno ogni 53 abitanti). In Guinea, Somalia e Niger il rapporto è rispettivamente di un operatore ogni 7.143, 6.667 e 6.250 abitanti. Un quarto del peso delle malattie mondiali grava sull’Africa, ma sul continente, conclude Save the children, lavora solo il tre per cento dei dottori, delle infermiere e delle ostetriche del mondo.
Federico Tulli

La versione integrale di questo articolo è presente sul sito http://www.terranews.it/

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