23 novembre 2011

“Beffe, dinieghi e umiliazioni per chi ha diritti autentici”



ROMA – «Noi siamo i primi a combattere i falsi invalidi. Siamo la vera parte lesa in questa squallida vicenda, prima ancora dell’Inps». Ha un diavolo per capello Giovanni Pagano, presidente dell’Associazione dei mutilati e invalidi civili (Anmic) e della Fand, la Federdisabili. Non è una partita semplice quella che le associazioni hanno intavolato con l’Istituto di previdenza e vengono a galla spigolosità e mortificazioni.«Con l’Inps — spiega Pagano — è difficile il dialogo, perché purtroppo non c’è unità di pensiero. Ognuno va per conto suo. Abbiamo chiesto l’elenco delle 21mila persone escluse dal trattamento economico e di conoscere i motivi che hanno portato a questa esclusione, ma non abbiamo ottenuto risposta».

Rischiate di essere bastonati due volte in questa storia…«Forse anche tre, perché un’altra cosa che non possiamo accettare è questo meccanismo umilante delle verifiche annuali. È difficile che a un amputato possa ricrescere l’arto, che un paraplegico possa riprendere a camminare. Quello che ci manca e che ci negano sono i numeri: ci sono gli esclusi, bene, fateci vedere chi sono, perché se a una persona che aveva il 100% di invalidità e ora la percentuale è stata portata al 73%, non avrà più il trattamento economico, d’accordo, ma non si può parlare di falso invalido. Se andiamo a vedere le statistiche della magistratura a cui si è rivolto chi ha ritenuto di avere subito un torto, allora ci accorgiamo che il tribunale, nel 70% dei casi, ripristina il trattamento economico e dà torto all’Inps. Ecco perché tutti questi dati devono uscire dai cassetti».

Però è innegabile che il problema dei falsi invalidi esista, non crede? «Provocatoriamente dico che è un falso problema. In occasioni ufficiali al ministero del Lavoro, alle presenza dell’Inps, ho chiesto di quantificare i risparmi nel biennio 2010-2011, frutto della caccia al falso invalido. Nonostante io rappresenti 5 milioni di persone, non sono riuscito ad avere nemmeno quel dato. E altri incontri non ci sono stati concessi».

Non crede che soprattutto al Sud l’invalidità sia stata usata come welfare parallelo?«Se è accaduto, è stato col placet di chi determinava le percentuali di invalidità, parlo di medici di enti pubblici. Non si pensi, in ogni caso, che la gente si arricchisca con queste pensioni: parliamo di 8 euro e mezzo al giorno».

di Lorenzo Sani

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