03 settembre 2011

Revocata pensione ad un ragazzo che soffre di Tetraparesi Spastica dalla nascita in Sardegna




Teulada, pensione revocata a un tetraplegico di 21 anni.

TEULADA (CA) – Soffre di tretaparesi spastica sin dalla nascita e anche di cecità ed epilessia ma l’Inps gli sospende tutte le indennità. Dal primo settembre ai familiari di Mattia Montei, 21 anni, una vita da invalido totale, non saranno corrisposti gli assegni per l’assistenza. Nessun miracolo, purtroppo, ma è il triste effetto della burocrazia che non ha sentimenti e applica ciecamente le procedure anche quando provocano delle grandi ingiustizie.

Ora la madre, per vedere rispettati i diritti di quel figlio tanto sfortunato, ha decio di fare lo sciopero della fame e della sete. Da perte dell’Inps il provvedimento è stato assunto solo perché i familiari di Mattia, chiamato a visita medica di controllo, non hanno potuto esibire il verbale del 1992 col quale era stata riconosciuta la gravissima invalidità. Quel verbale era stato rilasciato dalla Prefettura e neppure l’Inps è in grado di reperirne una copia nei propri archivi. Per bloccare le procedure è sufficiente un’inezia: senza quel foglio l’iter di verifica dell’invalidità al quale è stato sottoposto l’invalido si blocca. Risultato: niente soldi. Ma ciò che più ferisce i genitori del ragazzo è la disumanità del trattamento a cui è stato sottoposto.

Un autentico calvario che dovrebbe riempire di vergogna i responsabili. Ripercorrerne le tappe può essere utile per capire questa vicenda kafkiana. L’Inps nell’ambito dei controlli avviati da qualche anno chiede che il ragazzo, non trasportabile, sia sottoposto a visita oculistica. I genitori lo portano al poliambulatorio Asl di Giba, dove la visita specialistica conferma la cecità totale. Tutta la documentazione viene spedita all’Inps. Tutto a posto? «Neanche per sogno – dice il padre, Pancrazio Montei, maresciallo dei carabinieri – arrivano due nuove raccomandate che ci impongono di presentarci presso l’Inps di Cagliari per ulteriori verifiche mediche. Specificano, tuttavia, che se l’assistito non è deambulante è sufficiente spedire la documentazione e richiedere la visita a domicilio. Abbiamo fatto tutto quanto richiesto con la massima diligenza, ma non è servito a niente».

Nonostante le raccomandate, la ricevuta di ritorno regolarmente recapitata agli interessati, l’Inps, solerte, comunica che le pensioni spettanti sono sospese perché l’assistito non s’è presentato a Cagliari e non ha prodotto idonea documentazione per le visite domiciliari. Il referto del medico curante che attestava la non trasportabilità del paziente non è stato neppure preso in considerazione: «Abbiamo deciso allora pur attraverso disagi incredibili di accompagnare il ragazzo a Cagliari – aggiunge il maresciallo Montei – affinché la pratica si potesse chiudere definitivamente. Qui sottopongono il ragazzo a visita legale, il medico fotocopia tutta la documentazione da noi prodotta e si rende conto di persona delle gravissime patologie di mio figlio che sin dalla nascita è ridotto ad uno stato di immobilità assoluta».

A questo punto non dovevano esserci più problemi: «Ma i soldi sono bloccati – conclude Montei – a settembre non avremo neppure un euro. Come si possono tollerare simili atteggiamenti che feriscono la nostra dignità e vanno contro i diritti di un malato gravissimo, debole ed indifeso? Sono deciso a sporgere querela perché sono convinto che qualcuno non ha agito correttamente o perlomeno ci sono stati dei comportamenti privi della necessaria attenzione». Tanta amarezza, dunque, ma altrettanta voglia di avere giustizia. La situazione potrebbe però sbloccarsi sin dal mese di ottobre: «Sono venuto a conoscenza del problema solo oggi -dice Girolamo Deffenu, direttore regionale dell’Inps – credo che dal primo ottobre potrà essere ripristinato il pagamento delle indennità. Mi dispiace per questa situazione ma in seguito alla visita di controllo effettuata, e che ha confermato l’invalidità totale, per poter ripartire era indispensabile inserire i dati del primo verbale. In assenza di questi la procedura non è potuta andare avanti».

Sembra che il ripristino si possa fare anche in assenza di questi dati. E’ nelle prerogative del direttore, infatti, adottare soluzioni che possano superare le ferree e disumane barriere burocratiche. All’Inps fanno notare che la mole delle pratiche e dei provvedimenti registrati negli ultimi anni è impressionante: nel biennio 2009/2010 sono stati 5mila gli accertamenti di invalidità; nel 2011 s’è già superata la quota dei 2mila e 500. In tutta l’isola si viaggia sui 4.500 accertamenti all’anno. La provincia di Cagliari e il Sulcis Iglesiente rappresentano il 50 per cento del totale. La promessa del direttore regionale dell’Inps non ha però rasserenato i genitori di Mattia.

«Non ho fiducia in questa burocrazia – dice la madre, Luciana Gallus – lotterò pe questo povero figlio. Da oggi per questo vergognoso trattamento inizierò lo sciopero della fame e della sete. Non toccherò cibo né acqua sino a quando non sarà restituita la pensione e tutti gli emolumenti che spettano».

La versione integrale di questo articolo è disponibile sul sito lanuovasardegna.gelocal.it

1 commento:

Anonimo ha detto...

A dir poco scioccante. Non ci sono parole per dare un pensiero a questo accaduto.

Siamo in italia, si perde tutto così. Non c'è tranquillità con queste burocrazie. "La dignità dell'uomo va perduta totalmente. Quello di non essere compresi!"
Basta, siamo stanchi di questi sbagli. C'è ne sono troppi.