29 giugno 2011

Disabili: 8 famiglie su 10 non assistite da servizi pubblici


Stando al Rapporto sulla non autosufficienza in Italia nel 2010, sono due milioni e 600 mila gli italiani che vivono in famiglia in condizione di disabilità. Numeri a cui bisogna aggiungere i minori di 6 anni, che secondo le stime sono circa 200 mila persone.

Se otto su dieci di questi nuclei familiari non usufruiscono di servizi a domicilio pubblici, la richiesta di aiuto è invece esplicita: il 31,9% delle persone disabili che vivono sole e il 46,8% delle famiglie in cui tutti i componenti sono disabili dichiarano che avrebbero bisogno di assistenza sanitaria a domicilio erogata dalla Asl.

L’invecchiamento della popolazione non potrà che aggravare il problema: due milioni di disabili sono infatti persone anziane. La disabilità è pari al 9,7% della fascia di popolazione dai 70-74 anni, cresce fino al 17,8% nella fascia dai 75-79 anni per raggiungere il 44,5% degli ottantenni.

Un carico che ricade molto spesso sulle famiglie e specialmente sulle donne. Secondo l’Istat supera il 10% la quota delle famiglie con almeno una persona con problemi di disabilità. Nel 41,8% dei casi si tratta di persone disabili che vivono sole (35,4%) o di persone disabili che vivono con altre persone disabili (6,4%). Nella maggioranza delle famiglie (58,3%), al contrario, c’è almeno una persona non disabile che può farsi carico delle persone con disabilità che fanno parte della famiglia.

Anche il Censis denuncia il fatto che le famiglie sono lasciate sole. In questo contesto la possibilità di utilizzare un linguaggio comune e condivisibile, quale quello dell’ICF (International Classification of Functioning Disability and Health - Classificazione internazionale del funzionamento), consente l’utilizzo di uno strumento rivoluzionario nell’ambito di un processo di ottimizzazione delle risorse volte: al soddisfacimento dei reali bisogni; alla puntuale definizione dei percorsi di istruzione, dei progetti di intervento di cura e di care delle persone con disabilità.

Dal 2001 l’Organizzazione Mondiale della Sanità, attraverso questo strumento, ha contribuito a diffondere una nuova cultura della salute (positivo funzionamento delle dimensioni biologiche, psicologiche e sociali della persona) e un nuovo approccio alla disabilità.

Fonte Sanihelp.it

3 commenti:

Ambra ha detto...

Un quadro deprimente e il discorso sulle persone anziane disabili rientra in un quadro complessivo di grande solitudine che è la caratteristica più evidente della nostra società dove la famiglia come nucleo di più componenti si è sfaldata.

Ernest ha detto...

allucinante!

Alberto ha detto...

Come dice Ambra la famiglia si è sfaldata e non viene sostituita nemmeno un po' da uno Stato sociale.