03 agosto 2010

È nata cerebrolesa ma l'Inps non le crede, la rabbia della mamma su Facebook

(Questo post è stato modificato dopo la sua prima stesura)


Il caso che vi propongo oggi dimostra l'ennesimo tentativo (grazie anche a personaggi come Tremonti) di deligittimare i disabili e di distruggere quanto di buono si è fatto in Italia in ambito di Stato Sociale. Ricordo inoltre per i più distratti che l'Italia, ma soprattutto gli italiani, hanno per troppi anni ignorato delle leggi sacrosante che non sono state applicate anche per la mancanza di un ordine di controllo che vigilasse su di esse.

Come se non bastasse l'austerity tremontiana sta già colpendo pesantemente tutte quelle persone che soffrono per la mancanza di fondi adeguati, in particolar modo tutte quelle famiglie che sono costrette a dei veri e propri calvari (con relativi salassi economici). Tutto questo per poter curare dignitosamente un proprio familiare disabile.

L'obiettivo della politica italiana è chiaro: lanciare una campagna denigratoria sui disabili, per poi convincere gli italiani sulla bontà di un sistema sanitario privato (dunque non più pubblico e gratuito), che porterà certamente gli italiani più deboli nel caos (ma che farà arricchire a sua volta molte persone, cioè i soliti noti).

Tutto questo è già accaduto in America, e Ringraziando Dio, la riforma sanitaria voluta e approvata recentemente da Obama, ha ridato dignità a 50 milioni di Americani, che non si potevano permettere un'assicurazione sanitaria. Al riguardo consiglio la visione di Sicko, il Documentario di Michael Moore (vi sarà impossibile non notare la similitudine tra l'Italia attuale e l'America di qualche anno fa, con insieme il grande pericolo che stanno correndo gli italiani affetti da varie patologie).

Con questo post voglio far conoscere a tutti voi, la battaglia di Marina Cometto. Marina sta lottando come un leone non solo per far valere i diritti di sua figlia Claudia, ma soprattutto per far valere i diritti di tutti i disabili.

A lei va tutta la mia stima e solidarieta.

Un saluto a tutti da Raimondo



Questo è il dramma di una ragazza di 37 anni, cerebrolesa dalla nascita e con una condanna in più: la burocrazia. Si chiama Claudia Bottigelli, vive a Torino, immobilizzata a letto o su una sedia a rotelle da quando è venuta al mondo. Ha bisogno di tutto e di tutti, e in casa sono archiviati decine di documenti e certificati che dimostrano la sua (evidente, innegabile, incontestabile) disabilità gravissima. Ma per l’Inps a caccia di falsi invalidi Claudia potrebbe essere una truffatrice. Potrebbe fingere. Così ipotizza l’Inps. Lo fa per Claudia e per migliaia di altri malati gravi, persino di Sla: a tutti, in tutta Italia, l’Istituto di previdenza chiede copia dei documenti che certifichino la vera invalidità. «Un assurdo», sbotta Marina Cometto, madre di Claudia, donna battagliera che in questi anni non ha mai lasciato sola un istante la figlia, e con la sua forza ha portato avanti numerose altre battaglie per tutti i disabili. Marina Cometto ha sfogato tutta la sua rabbia su Facebook e su Youtube, dove ha pubblicato persino un video della figlia cerebrolesa in seguito a una sofferenza fetale: «L’Inps - dice la Cometto - prevede 100 mila verifiche entro dicembre 2010, altre 500 mila entro il 2013. Ma non si rende conto che non è penalizzando i veri invalidi che si scovano quelli falsi? Dei veri invalidi esiste già tutta la documentazione in regola, le persone che vivono la vera disabilità hanno centinaia di certificati di medici pubblici o privati...». Truffatori potenziali. Oltre ai casi come Claudia, l’Inps chiede di dimostrare di essere veramente disabili anche a persone colpite da Sla e da patologie genetiche come la spina bifida. «I bambini sono esclusi per legge, ma mi risulta - sottolinea sempre la madre di Claudia - che abbiano chiesto la documentazione anche alle madri di bimbi totalmente non autosufficienti».

Fonte: La Stampa

3 commenti:

Raimondo - Niente Barriere ha detto...

Tramite Facebook mi è arrivata, gratissima, una precisazione al mio post direttamente da Marina Cometto che pubblico molto volentieri (con il suo consenso):

"GRAZIE, scusami però una precisazione ,io non combatto solo per mia figlia , ma per la causa della disabilità,noi tutto sommato la nostra vita siamo riusciti a viverla serenamente, ora è il dopo di noi a darci un po' di pensiero, ma ce la ...faremo.
La vita con mia figlia è e è stata una straordinaria avventura, vivere un calvario è altra cosa , il calvario è sofferenza fisica e interiore, sofferenza che nulla riesce a alleviare, a noi basta essere insieme e anche un cielo azzurro in una normale noiosa giornata estiva è motivo di sorridere alla vita."

Marina Cometto

Raimondo - Niente Barriere ha detto...

Grazie della precisazione Marina, condivido il tuo personalissimo pensiero (simile alla realtà vissuta da me e dalla mia famiglia).
Nel post prima di rendere nota la tua storia ho fatto un discorso generale sulla situazione attuale. Anche io ...sono molto preoccupato per il futuro della mia categoria. Il Calvario è un termine sicuramente forte, e l'ho usato per descrivere in modo crudo i tanti disagi e sacrifici che spesso devono affrontare le famiglie in cui in casa è presente un disabile che ha bisogno di cure e assistenza.

Un grande abbraccio a tutti voi :)

nonno enio ha detto...

mi viene da dire solo una cosa: VERGOGNA