20 marzo 2010

Salva l'Acqua, Roma 20 Marzo 2010 ore 14 in diretta Streaming

Sono quasi 4 miliardi le persone a rischio per insufficienza d'acqua e 5 milioni i morti per malattie legate alla sua scarsità o per mancanza di servizi igienico-sanitari di base. Questo, mentre il 12% della popolazione mondiale usa l'85% delle risorse del Pianeta. A parlare di quello che viene definito da molti 'l'oro blù, l'acqua, è il dossier 'Acqua 2010' di Solidarietà e cooperazione Cipsi (Coordinamento di iniziative popolari di solidarietà internazionale) presentato oggi a Roma anche in occasione dell'approssimarsi della giornata mondiale dell'Acqua prevista per il 22 marzo. E proprio domani a Roma si svolgerà una manifestazione per protestare contro la privatizzazione delle reti idriche pubbliche con un corteo che nel pomeriggio si snoderà per le vie della capitale. Secondo lo studio la Terra ha sete: 1,6 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso all'acqua potabile, 2,6 miliardi di persone non hanno accesso ai servizi igienico-sanitari di base, 5 milioni di persone muoiono ogni anno per malattie legate all'acqua e 1,8 milioni di bambini muoiono ogni anno per malattie connesse alla mancanza d'acqua potabile pari a 4.900 bambini al giorno.

Questa la situazione del Pianeta:

- AMERICA: Anche l'America soffre l'assenza d'acqua, manca quella per usi domestici perché viene utilizzata - al ritmo di 2.000 miliardi di litri - per coltivare cereali per l'allevamento.

- EUROPA: In Europa il 16% della popolazione non ha accesso all'acqua potabile. Un problema che in trent'anni è costato 100 miliardi di euro. In Europa il 44% dell'acqua estratta viene utilizzata per produrre energia, mentre nell'area Mediterranea, con la domanda che è raddoppiata negli ultimi 50 anni, si prevede un aumento dei consumi del 25% entro il 2025.

- SITUAZIONE ITALIA: Le condutture perdono 104 litri d'acqua per abitante al giorno (pari al 27% dell'acqua prelevata), un terzo degli italiani non ha un accesso regolare all'acqua potabile, ma ogni italiano consuma 237 litri di acqua al giorno: Salerno la città che ne consuma di più con una media di 264 litri a testa al giorno, mentre Agrigento quella che ne consuma di meno con 100 litri pro-capite al giorno. Il rubinetto dell'Italia perde il 30% dell'acqua immessa e deve fare con la gestione delle risorsa soprattutto nelle regioni meridionali e nei mesi estivi quando per il 15% della popolazione si scende al di sotto della soglia minima di fabbisogno giornaliero a persona (50 litri al giorno).

Il 30% non ha un accesso sufficiente e 8 milioni non hanno quella potabile mentre 18 milioni la bevono non depurata. In Italia c'é però anche il business dell'acqua minerale che vale 5,5 miliardi di euro all'anno (al terzo posto al mondo per consumi pro-capite dopo Emirati Arabi e Messico). Ma, l'acqua del rubinetto costa dalle 500 alle 1000 volte in più rispetto a quella in bottiglia. Per questo si tenta di riscoprire la bontà di quella che sgorga in casa. In Veneto, Friuli Venezia-Giulia e Emilia-Romagna si è dato vita "al Manifesto dell'acqua del sindaco, un patto per bere a chilometro zero". In Lombardia ci sono le 'case dell'acqua: piccole strutture che erogano l'acqua dell'acquedotto sia naturale che gassata, mentre in Puglia, la regione "riconosce al servizio idrico un interesse regionale privo di rilevanza economica". A Roma, continua il dossier, l'acqua è ancora al 51% municipalizzata mentre a Napoli bere costa "caro".

- NUOVE GUERRE: L'acqua, spiega il dossier, è anche "un problema di democrazia" e soprattutto nelle regioni che già soffrono per mancanza di infrastrutture è "diventata il nuovo petrolio" e motivo per combattere "nuove guerre".

Fonte Ansa

Appello per la manifestazione
Per la ripubblicizzazione dell’acqua, per la tutela di beni comuni, biodiversità e clima, per la democrazia partecipativa

Insieme, donne e uomini appartenenti a comitati territoriali e associazioni, forze culturali e religiose, sindacali e politiche, abbiamo contrastato i processi di privatizzazione del servizio idrico portati avanti in questi anni dalle politiche governative e in tutti i territori.
Insieme abbiamo costituito il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e raccolto più di 400.000 firme a sostegno di una proposta di legge di iniziativa popolare per la tutela, il governo e la gestione pubblica dell’acqua.

Mentre la nostra proposta di legge d’iniziativa popolare giace nei cassetti delle commissioni parlamentari, l’attuale Governo ha impresso un’ulteriore pesante accelerazione, approvando, nonostante l’indignazione generale, leggi che consegnano l’acqua ai privati e alle multinazionali (art. 23bis, integrato dall’ art. 15-decreto Ronchi).

Non abbiamo alcuna intenzione di permetterglielo.

La nostra esperienza collettiva, plurale e partecipativa è il segno più evidente di una realtà vasta e diffusa, di un movimento vero e radicato nei territori, che ha costruito consapevolezza collettiva e capacità di mobilitazione, sensibilizzazione sociale e proposte alternative.

Chiamiamo tutte e tutti ad una manifestazione nazionale a Roma sabato 20 marzo, per bloccare le politiche di privatizzazione della gestoione dell’acqua, per riaffermarne il valore di bene comune e diritto umano universale, per rivendicarne una gestione pubblica e partecipativa, per chiedere l’approvazione della nostra legge d’iniziativa popolare, per dire tutte e tutti assieme “L’acqua fuori dal mercato!”.

Nella nostra esperienza di movimenti per l’acqua, ci siamo sempre mossi con la consapevolezza che quanto si vuole imporre sull’acqua e in ciascun territorio è solo un tassello di un quadro molto più ampio che riguarda tutti i beni comuni, attraversa l’intero pianeta e vuol mettere sul mercato la vita delle persone.

La perdurante crisi economica, occupazionale, ambientale, alimentare e di democrazia, è la testimonianza dell’insostenibilità dell’attuale modello di produzione, consumi e vita.
Il recente fallimento del summit ONU di Copenaghen è solo l’ultimo esempio dell’inadeguatezza delle politiche liberiste e mercantili, incapaci di rispondere ai diritti e ai bisogni dell’umanità.

Se il mercato ha prodotto l’esasperazione delle diseguaglianze sociali, la cronicità della devastazione ambientale e climatica, la drammaticità di grandi migrazioni di massa, non può essere lo stesso mercato a porvi rimedio.

Analogamente alle battaglie sull’acqua, in questi anni e in moltissimi territori, sono nate decine di altre resistenze in difesa dei beni comuni.

Significative mobilitazioni popolari, capaci di proposte alternative nel segno della democrazia condivisa, stanno tenacemente contrastando la politica delle “grandi opere” devastatrici dei territori, una gestione dei rifiuti legata al business dell’incenerimento, un modello energetico dissipatorio e autoritario, basato su impianti nocivi ed ora anche sul nucleare.

Rappresentano esperienze, culture e storie anche molto diverse fra loro, ma ugualmente accomunate dalla voglia di trasformare questo insostenibile modello sociale, difendendo i beni comuni contro la mercificazione, il lavoro contro la sua riduzione a costo, la salute contro tutte le nocività, i territori contro le devastazioni ambientali.

Chiamiamo tutte queste realtà a costruire assieme la manifestazione nazionale di sabato 20 marzo.

Ciascuna con la propria esperienza e specificità, ciascuna con la propria ricchezza e capacità.

Pensiamo che la manifestazione, oltre ad essere un importante ed unificante momento di lotta, ponga con intelligenza e determinazione la questione della democrazia partecipativa, ovvero l’inalienabile diritto di tutte/i a decidere e a partecipare alla gestione dell’acqua e dei beni comuni, del territorio e dell’energia, della salute e del benessere sociale.

Consapevoli delle nostre differenze, accomunati dal medesimo desiderio di un altro mondo possibile.

Fonte: FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA

Per chi è interessato e non può partecipare fisicamente a questo evento, Niente Barriere vi da la possibilità di seguire la diretta streaming


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